lunedì 30 giugno 2014

Sbattersi per il crocefisso negli uffici pubblici è una perdita di tempo

Premessa: Chi scrive è Ateo e Apostata, non crede che esista un Dio ma pensa che la religione sia solo un'invenzione umana per esorcizzare la paura della morte.
Inoltre ritiene le varie "chiese" un semplice ricettacolo di poteri il cui scopo è mantenere in sudditanza i credenti con la scusa di essere gli unici a capirci di fede (mai che si sbaglino e san tutto loro).

Detto questo, volevo fare una riflessione sulla questione dei crocefissi nei luoghi pubblici, il dibattito è attuale in questo periodo, c'e' chi lo vuole togliere e chi lo vuole imporre.
In quanto Ateo il crocefisso non da fastidio, conosco quello che rappresenta dato che ho fatto pure io catechismo, ma è un simbolo che mi è molto indifferente in quanto per me appunto è privo di senso.
La polemica nasce perché alcuni ritengono che i simboli religiosi debbano essere confinati negli spazi religiosi o casa propria e non vadano inseriti in altri contesti pubblici come scuole e uffici.
Tecnicamente hanno ragione, i luoghi pubblici sono di tutti e dato che sono luoghi gestiti dallo stato che ufficialmente non c'e' una religione di stato non dovrebbe esserci alcun simbolo di quel tipo, al massimo la bandiera Italiana.

Nella realtà il crocefisso c'e' perché è una sorta di "tradizione", probabilmente aveva più una funzione "protettrice" che un simbolo di "appartenenza", probabilmente è il frutto di quando si pensava che Dio guidasse la nostra vita o cose simili.

Detto questo, comunque, a mio parere le richieste di rimozione, seppur nella loro logica legittime, sono in realtà un pretesto per portare l'attenzione sul problema della neutralità dello stato rispetto alla religione, neutralità che spesso viene meno a causa delle pressioni clericali.
Io però preferisco però che si parli di ogni tema in modo a se stante.
Fare la guerra al crocefisso secondo me è controproducente perché i cattolici non sono in grado di capire cosa uno sta dicendo e vedendo attaccato quello che per loro è una tradizione si oppongono a prescindere.
Si rischia di offrire terreno fertile agli estremisti religiosi che con la scusa di vedere minacciata la cristianità riescano a far partire iniziative clericali forti, o peggio far passare i laici per brutti e cattivi che non sopportano di stare in una stanza con Gesù.
E' ovvio che le cose sono diverse ma la battaglia per la laicità si combatte in altri modi, togliere il crocefisso dovrebbe essere l'ultima di queste e non la prima.

Per quello che riguarda il crocefisso poi, diciamocelo chiaramente, siamo sempre meno cattolici, la tendenza è inesorabile, quasi tutti i miei amici sono cattolici di serie C, nessuno che vada a messa, nessuno che segua i precetti della chiesa, nessuno che sappia i veri significati dei sacramenti, li celebrano soltanto perché "si fa così" ma mica perché ci credono.

Detto questo molto probabilmente, tra una decina di anni, quando quell'aula verrà imbiancata o l'ufficio del comune verrà ristrutturato, due operai si chiederanno:
"Quando la vernice asciuga dove lo mettiamo quel coso lì?" (palando del crocefisso)
Risposta:
"Bho, se non serve non lo appendere, mettilo da qualche parte, così non dobbiamo aspettare che asciughi e usciamo prima"


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