giovedì 25 maggio 2017

Blue Whale: perchè non ci sono cascato (nel tranello delle Iene)

In questi giorni non si fa altro che parlare della "Blue Whale", definendolo un gioco quando gioco non è, non so nemmeno io come chiamarlo e non voglio entrare ne merito perché se ne è già parlato abbastanza, voglio invece soffermarmi sul video delle Iene, che trovate qui, e che non me la ha data a bere nemmeno per un istante.

Cominciamo con il dire che questo video è palesemente impostato per rendere quanto più drammatica possibile la cosa, faccio notare come sono state intervistate le due mamme russe, con dei primi piani strettissimi che tra un po riuscivi pure a vedere i punti neri sulla pelle.


Questo tipo di ripresa oltre a far vedere benissimo lacrime ed occhi umidi aumenta il senso drammatico della scena.
Fin qui però nulla di che, si sa che le Iene non sono un TG ma fanno spettacolo pertanto ci sta che sia stato realizzato così.

Veniamo ora agli aspetti invece che non lasciano adito a dubbi, sono voluti per "disinformare" e creare allarmismo da quattro soldi.

Nessuna spiegazione su come si iniziaIn tutto il servizio non viene mai spiegato come avviene il primo contatto tra i teenagers e i famigerati "curatori" del gioco.
Questo non è un dettaglio di poco conto, le Iene si limitano a dire che avviene sui social.
Nessuno spiega se siano i curatori a setacciare i social network alla caccia di ragazzini/prede o se siano i ragazzi invece a cercare un contatto per iniziare il gioco.
Chiarire questo aspetto è fondamentale, nel primo caso avremmo a che fare con una setta criminale molto pericolosa e qualsiasi ragazzo potrebbe esserne vittima, nel secondo caso invece il pericolo sarebbe limitato solo a quei ragazzi già intenzionati a porre fine alla loro vita.
Ho verificato e sembra infatti che per entrare nel gioco bisogna postare richieste sui social con un certo hash-tag, che non riporto per ovvie ragioni, i curatori monitorizzerebbero questo hash-tag e prenderebbero contatto con chi posta i messaggi (ovviamente se ci riescono).

Video dei suicidi di repertorio o farlocchi
Il secondo aspetto oscuro è legato ai video di suicidi o presunti tali presenti nel servizio delle Iene.
A me sembravano tanto immagini di repertorio neppure molto recenti vista la scarsa qualità così ho fatto qualche ricerca.
E' abbastanza difficile trovare questo genere di video online, di solito vengono rimossi in quanto "violenti" ma qualcosa ho trovato, per esempio il video in cui si vedono due ragazze, una con un giubbotto nero e una con uno bianco buttarsi di sotto mentre una terza con giubbotto rosso resta a guardare è stato caricato su Internet nel 2013, quindi ben prima della nascita del "gioco", inoltre al 99% è un fake.
Infatti si vedono le ragazze saltare giù da una prospettiva che non consente di vedere la caduta e se notate quella in bianco piega le gambe e fa un saltino, come quando scendi da un muretto, poi si vedono i corpi a terra, peccato che siano piuttosto lontani dal palazzo, se fossero saltate sul serio sarebbero cadute a piombo a qualche metro di distanza, per cui ritengo sia un falso.
Inoltre le Iene mostrano vari video ma senza fare alcun nome dei suicidi quindi è molto difficile controllare se quello che vediamo siano video legati al Blue Whale o se siano suicidi legati ad altro magari di anni precedenti e sopratutto se chi li ha ripresi era complice del suicida o un semplice stronzo con videocamera.

Unico nome Irina Polyncova
Oltre alle due ragazze figlie delle mamme intervistate dalle Iene dei presunti 150 suicidi per Blue Whale viene fatto un solo nome , quello di Irina Polyncova mostrando che è morta sotto un treno, decapitata.
Ho cercato la foto, quella con la camicia a quadretti rossi e neri e il risultato è che trovo solo articoli del Novembre 2015 dove è riportato il nome Rina Palenkova, il corpo è quello, da quello che riportano i media il suicidio fece notizia all'epoca perché si era scattata un selfie prima di farla finita, sempre gli stessi articoli riportano che il suicidio sia avvenuto per problemi con il suo ragazzo ma non forniscono altri dettagli, comunque non si parla di Blue Whale.

Alto tasso di suicidi
Un altra cosa che le Iene hanno omesso è il contesto, se in Italia il tasso di suicidio è di 5,4 persone ogni 100.000 abitanti in Russia è 17,9 cioè oltre il triplo (dati anno 2015).
Nessuno poi dice che il numero di suicidi in Russia è in calo costante, vedi grafico anche se mancano gli ultimi anni.



Inoltre la Russia è al terzo posto tra la nazioni per suicidi tra i giovani adolescenti già a partire dal 2012.
Tutto questo dimostra che la pratica di togliersi la vita tra i ragazzi è un fenomeno diffuso in Russia ancora prima dell'avvento del Blue Whale.
Questo ridimensiona sicuramente il numero di 150 che le Iene vanno strombazzando e comunque fa capire che in paese del genere un "gioco" simile potrebbe attrarre più facilmente chi ha già il "mal di vivere".

"La Blue Whale arriva anche in Italia"
E per finire la chicca, "La Blue Whale arriva anche in Italia", sembra quasi uno slogan pubblicitario.
Per supportare questa tesi, le Iene, portano un singolo caso di suicidio da parte di un ragazzo che è saltato da un palazzo e guarda caso stavolta invece dei genitori intervistano un "amico" che fa vaghe allusioni senza avere nessuna certezza e voilà l'allarmismo è servito.

Conclusione
Un video confezionato ad arte per creare allarmismo, con filmati che non centrano niente e una serie di omissioni di dati e manipolazione di episodi di cronaca.
Tutto questo per far scattare speculazioni su un fenomeno in realtà molto più circoscritto di quanto sembri e che di certo non è arrivato in Italia.

Nessun commento:

Posta un commento